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Iniziai a Via Verniere (dove "ci restavamo volentieri", citando uno slogan anti-trasferimento in voga all'epoca) nel novembre 1976 . All'ingresso sulla destra c'erano un paio di stanze dove erano alloggiate due perforatrici di schede e nella seconda un HP 2100S con "memoria a nuclei di ferrite" a 16bit (1024k di memoria totali). L'armadietto, perchรจ cosรฌ appariva simile ad un frigo (anche se menava calore), aveva nella parte superiore un pannello con 16 tasti luminosi/spenti piรน altri di servizio che consentivano, volendo, la programmazione direttamente in linguaggio macchina in binario accendendo o spegnendo, premendoli, i singoli tasti (quanti lo hanno fatto dopo?).
La parte inferiore del "frigo" era destinat a disco rigido, una "pizza" rimovibile, e un lettore di nastro cartaceo. Collegati a parte vi erano un lettore di schede ed una teletype.
Le schede erano utilizzate due volte. La prima volta normalmente, la seconda girandole in quanto le istruzioni in Fortran, unico linguaggio disponibile, erano lette solo per i primi 80 caratteri.
Predisposto nel lettore il pacchetto di schede del programma ed eventualmente i dati (questi volendo potevano essere inseriti anche via teletype a programma in esecuzione), si passava alla teletype per dare le istruzioni del sistema operativo: lettura schede, lancio compilazione, nel caso di mancanza di errore lancio linker ed esecuzione. Confrontato alle macchine di solo pochi anni dopo un delirio!.
Max M., mio collega di corso, per imparare le istruzioni del sistema operativo, i cui manuali erano chiusi a chiave in un armadietto, a fine giornata si portava a casa la strisci di carta stampata della teletype per studiare la sequenza di istruzioni particolari che qualche collega o professore che ne sapeva di piรน aveva utilizzato per la macchina.
Moltissimi sono i ricordi, rimasti indelebili nonostante il tempo trascorso, di un periodo (dal '73 al '79) allo stesso tempo affascinante - per argomenti e persone conosciute - ma "terribile" per le difficoltร incontrate nello studio per me, che, provenendo dall'Istituto Tecnico, avevo solo una formazione tecnologica e non ero abituato al ragionamento logico tipico degli insegnamenti di quegli anni.
Tante potrei citarne ma per brevitร voglio ricordare e condividere l'esperienza di ricerca che si sviluppรฒ intorno ai (compianti) Proff. Sergio Vitulano ed Antonio Gisolfi che con il progetto "C-Transform" crearono un gruppo di lavoro in cui studenti e professori condivisero spazi, tempi, sensazioni, speranze e molte colazioni.
Cito a questo proposito - solo a titolo esemplificativo di quello che era lo stato dell'arte di allora - una frase del Prof. Caianiello durante un suo seminario:
""...... che bello sarebbe se ci fosse una macchina in grado di leggere una immagine fotografica e trasferirla in formato binario nella memoria del computer ..... ""
Lui non lo sapeva ancora, ma forse giร lo immaginava, che quella macchina si sarebbe chiamata scanner e che di li a qualche anno avrebbe rivoluzionato il mondo dell'elaborazione delle informazioni non numeriche.
Buon giorno sono uno dei primi laureati della facolta' di scienze dell'Informazione, mi sono laureato nel settembre del 1978 presso la sede di Via Vernieri a Salerno il mese dopo si trasferi' a Baronissi, ebbene voglio raccontarvi la mia esperienza con esame di TAMC (teoria ed applicazione delle macchine calcolatirci) con EGON Boerger. A parte che parlava poco l'italiano ,cmq ci capivamo in inglese ....prima, volta che cerco di fare esame vengo bocciato....riprovo dopo circa un mese....e questa volta lui mi dice (io l'ho preso come un complimento...) "Lei e' come molti mia amici matematici russi...che sanno le cose ma non riescono a dirle...per questo le metto 24..." fu un enorme successo dato lo sterminio che c 'era in quel periodo su questo esame all'universita'....Cmq ho avuto molte lezioni di vita in quei splendidi anni e che ricordo con il cuore...!!
Dimenticavo di dirvi che mi sono laureato e studiato insieme alla mitica Prof. Genny Tortora..
Ho frequentato durante gli anni '80 e mi sono laureato nel 1990, i ricordi sono tanti, ma si era passati da poche decine di studenti degli anni 70 ad aule stracolme di studenti degli anni '80, non era facile per noi seguire e per i docenti insegnare, con quel boom di iscritti. Nonostante questo ricordo con piacere le giornate passate in facoltร a seguire i corsi, ed i pomeriggi a studiare a volte da solo a volte con amici. Ricordo i primi approcci alla programmazione, e l'entusiasmo che mi suscitavano le materie piรน teoriche. Ricordo la mentalitร da ricercatore che pian piano si andava formando in me per come affrontavo quelle materie, e la tesi su teoria dei grafi in cui potevo finalmente sperimentare sul campo le mie capacitร , l'incoraggiamento datomi dai docenti, e la conclusione di quel percorso con la lode. Anche se dovetti poi lavorare in azienda inizialmente, quella mentalitร formatasi durante quegli anni, in parte per merito mio, in parte per merito di alcuni docenti, mi accompagnerร per tutto il resto della mia vita professionale e non, credo sia questo per me il principale frutto prezioso di quegli anni di frequentazione e di studio.
Dopo la maturitร scientifica e un corso di Cobol decisi di iscrivermi al corso di laurea. I corsi iniziarono a gennaio 79.Eravamo circa duecento e seguivamo le lezioni divisi in due grandi aule (matricole pari e matricole dispari). L 'edificio (sede di Lancusi) era luminoso. Quando non c' erano lezioni si studiava bene in biblioteca. L'anno successivo, il terremoto rese il locale inagibile. Nel secondo anno, con altre quattro compagne, registravamo le lezioni e poi, usando la carta carbone, trascrivevamo gli appunti, in cinque copie. Il terzo e quarto anno, con la scelta del piano di studi, ci suddivise in nuovi gruppi di lavoro. La tesi fece nascere nuive amicizie anche con studenti di anno di iscrizione diverso dal proprio. Questa fu una ricchezza anche perchรฉ, dopo la conclusione del percorso di studi, avevamo acquisito tanti colleghi ma soprattutto tanti amici. Ci siamo reincontrati dopo diversi anni, pur avendo residenze distanti, grazie ai social o, per chi non aveva profili social , grazie alle email. Il Covid ha interrotto gli incontri ma, dopo questo evento, speriamo che si creino tante nuove occasioni. (post mt60-1)
La mia storia accademica รจ cominciata male, 3 anni di Ingegneria Elettronica a Napoli nel boom degli anni 80 con un po' di esami sostenuti. Poi una pausa, legata ad un periodo difficile, con la decisione di lasciare gli studi per un'offerta di lavoro. Finalmente, nel 1987 la luce, il trasferimento a Scienze dell'Informazione a Lancusi. Qualche esame convalidato e una nuova avventura comincia, quella decisiva, che mi porta, tra studio e lavoro, alla laurea nel 1995. Un'esperienza felice, ricca di soddisfazioni e rivalse, ma soprattutto capace di iniettarmi tutto ciรฒ di cui avevo bisogno per crescere, come uomo e come professionista. I miei ricordi piรน vivi sono il profumo dei prati del Campus di Lancusi e la grande umanitร che ho sempre percepito in tutte le persone con cui ho vissuto quel periodo di studi. Consentitemi di citare, con grande emozione, le persone che sono e resteranno per sempre nel mio cuore:
In primis, Mena De Santis, senza la quale non sarei mai potuto diventare, prima un bravo studente e poi un buon informatico.
Alberto Negro che mi ha insegnato tra lโaltro anche una tecnica per come riuscire ad utilizzare, e renderli quindi parte del proprio vocabolario, nuovi termini o parole della nostra meravigliosa lingua per arricchire il linguaggio.
Alfredo De Santis, che arrivรฒ, giusto in tempo per me, con il suo talento per contaminarci con quelle che sarebbero diventate le "nuove frontiere dellโinformatica".
Infine, Enzo Orsingher, Nivea Giorno e Amelia Nobile che hanno perfezionato in me il pensiero matematico.
Tutto quello che sono adesso lo devo a questi ricordi, ai miei anni felici di studente universitario a Lancusi. Grazie di cuore a tutti i protagonisti di quel periodo.